NON MI DEVI SERVIRE PERCHE’ SEI NERO

LETTERA DALLA CARITAS SETTEMBRE 2020

Finito il lockdown le agende sono tornate a popolarsi di impegni e alla sera si arriva un po’ stanchi. Prima di coricarsi non manca un’occhiata al cellulare. Noto un vocale di Mohamed, uno dei ragazzi della casa di accoglienza, solare, intelligente, sempre disponibile, Ha lavorato con un tirocinio formativo tutta l’estate presso uno chalet e i proprietari si sono complimentati per la competenza con cui ha svolto il suo lavoro ora lavora in un Hotel della costa.

L’ho ascoltato più volte. Stentavo a credere alle sue parole pronunciate, con voce un po’ agitata, sulla chat della Caritas: “Ragazzi scusatemi per il disturbo, ma voglio condividere con voi una cosa che veramente mi ha toccato molto. Oggi ho dovuto fare il cameriere. A pranzo è andata benissimo, però stasera è successo qualcosa che mi ha ferito profondamente. La sale era piena, strapiena di gente. Ad un certo punto arriva un signore e io gli dico: “prego signore mi dica cosa vuole”. E questo signore cosa mi dice? “Guarda non mi devi servire perché sei nero“. Ha detto proprio così, davanti a tutti:” non mi devi servire perché sei nero“.

Ragazzi, immaginate come mi sono sentito, in quel momento: volevo proprio sparire… Dio Santo… allora ho spiegato al cameriere che stava vicino a me e gli ho detto: “guarda il signore ha detto che non lo devo servire perchè sono nero”. Mammamia è successo un macello, il ragazzo si è arrabbiato tantissimo e ha detto “Guardi signore lei non deve dire queste cose perchè non è giusto. Non è giusto! Che importa se lui è nero o bianco!?”

Il signore ha iniziato a gridare che non gli si doveva parlare così, perché era più anziano ed infine è arrivato anche lo chef…..è successo proprio un ‘macello’ ragazzi. Mah, siamo nel 2020 ed esiste ancora gente così? Comunque ragazzi vi giuro che questa cosa mi ha toccato molto, perchè c’era tanta gente lì, la gente mi guardava e io…io… Dio Santo…

Condivido questo con voi … io stasera dormirò con questa tristezza, non è una rabbia è proprio una tristezza!

Tra me e me ho pensato che questo signore forse sarà stato pure cristiano… Un episodio di questo genere si commenta da solo. Abbiamo pensato di condividerlo anche con voi, perché possa aiutare a riflettere e soprattutto e soprattutto a far risorgere, nella testa e nel cuore, quel po’ di umanità che ogni persona ha in dotazione.

Da questa tragica esperienza della pandemia forse si può venir fuori solo attraverso la fraternità e l’amicizia sociale come suggerisce papa Francesco…

Il silenzio della notte porta a galla il vissuto del giorno, quello proprio e quello delle persone a cui vuoi bene…e la tristezza bussa, non solo alla vita di Mohamed!