FRANCESCO DIVENTA DIACONO

LETTERA DALLA CARITAS GENNAIO 2020

Carissimo Francesco,
mentre pensiamo al dono del tuo diaconato, ci vengono in mente le parole di don Tonino Bello: “le nostre Chiese, purtroppo, celebrano liturgie splendide, anche vere, ma – quando si tratta di rimboccarsi le maniche – c’è sempre un asciugatoio che manca, una brocca che è vuota d’acqua, un catino che non si trova… Quando sono stato nominato vescovo, mi hanno messo l’anello al dito, mi hanno dato il pastorale tra le mani, la Bibbia: sono i simboli del vescovo. Sarebbe bello che nel cerimoniale nuovo si donassero al vescovo una brocca, un catino e un asciugatoio. Per lavare i piedi al mondo senza chiedere come contropartita che creda in Dio. Tu, Chiesa, lava i piedi al mondo e poi lascia fare: lo Spirito di Dio condurrà i viandanti dove vuole lui”. A te la Chiesa metterà addosso la stola e sopra la Dalmatica, che somiglia molto a quelle grandi “parnanze” che mettono le mamme e i papà quando in cucina preparano il cibo. Sono segni che vogliono ricordarti che “stola e grembiule sono il dritto ed il rovescio dello stesso paramento sacro: la stola che ci fa ministri del Vangelo ed il grembiule che ci fa ‘lavapiedi del mondo”. Così nella fatica e nella gioia del servizio imparerai ad amare senza misura e ci insegnerai ad amare fino alla fine! Te ne siamo grati.

Carissimo Francesco,
sei chiamato a servire innanzitutto i poveri. Come sarebbe bello se i poveri occupassero nel nostro cuore il posto che hanno nel cuore di Dio! Ma tu sai come oggi non si sopporta chi rimane indietro, si prova fastidio quando qualcuno bussa alle nostre porte, ci si tura le orecchie di fronte al grido dei bisognosi. Eppure anche papa Francesco ci ha ricordato ultimamente che i poveri facilitano l’accesso al Cielo, a tal punto che si possono considerare “i portinai del paradiso”. Sono davvero il tesoro prezioso della Chiesa! Ed allora scava l’orecchio dei nostri giovani e di tutti noi con la Parola di Dio, innamorali del corpo i Cristo così da desiderare di unirsi frequentemente a Lui nel sacramento dell’Eucaristia, ma non dimenticare di inchinarti con loro fino ai piedi dei più poveri tra i poveri, come ci ha insegnato Gesù, per essere “Chiesa del grembiule, che si spinge fin nelle periferie geografiche ed esistenziali. In loro davvero incontriamo il volto di Dio, sfigurato dall’amore !

Carissimo Francesco,
per la tua ordinazione hai scelto un dipinto che mostra gente che porta dei piccoli a Gesù e hai riportato le parole del vecchio Simeone, che verranno proclamate nel giorno della tua ordinazione, festa della presentazione al tempio del Signore, comunemente detta della Candelora: “perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza”. Ti auguriamo che, come questo santo vegliardo, anche tu possa riconoscere il Signore, abbracciarlo e posare lo sguardo su di Lui. Non aver paura di spendere tutta la tua vita e ‘per sempre’ in relazioni che sanno di sincera prossimità e di gratuita accoglienza. Con don Tonino Bello ti diciamo: “Ama la gente, i poveri soprattutto. E Gesù Cristo”. Ti accompagniamo con la nostra preghiera e con il nostro affetto. Maria ti doni “occhi gonfi di tenerezza e di speranza” per riconoscere nelle mentite spoglie degli affaticati e degli oppressi “il Messia del Signore” Colui che è “Luce per illuminare le genti” ( Cfr Lc 2,23-32)

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