DATELI AI POVERI

Lettera dalla Caritas diocesana settembre 2018

Due strade che si incrociano
su un’antica edicola religiosa:
una Madonnina attorniata da due angeli,
con intorno qualche pianta 
che ogni tanto fiorisce.
Ultimamente è stata restaurata e illuminata, 
con tanto di pannello solare,
dalla piccola comunità cristiana,
che vive su queste colline,
tra vigne e campi 
piantati ora di grano, di girasoli o altro.

Riemergono ricordi lontani
di ragazzino affezionato,
che tutti i giorni faceva quella strada
tra la casa e la chiesa.
E quando d’inverno,
la sera si faceva buio presto,
non gli bastava accelerare
sui pedali della bici:
era più efficace
per far scomparire la paura
quel segno della croce,
fatto all’incrocio
che porta verso la campagna,
e l’Ave Maria recitata a mezza voce,.
Tanti, ancora oggi,
quando passano davanti
a questa Madonna della strada,
elevano una preghiera
e portano la mano sulla fronte,
sul petto e sulle spalle.

Qualche giorno fa,
qualcuno della comunità di San Savino
è passato alla Caritas
portando con se una busta
e il racconto di un gesto
che ci ha commosso:
mani generose avevano nascosto
ai piedi di quella Madonnina,
delle banconote da 10 euro.
Con meraviglia
notiamo che su ognuna,
con scrittura incerta,
sicuramente di una persona anziana,
porta scritta una frase:
“dateli ai poveri”.
Un gesto di squisita carità,
di chi, segretamente,
decide di condividere magari
parte di una povera pensione.
Soldi messi nelle mani della Madre
perché, tramite la Chiesa,
provvedesse a figli in difficoltà.

Ma proprio ieri
è giunta la notizia
che altre mani sono intervenute
su quell’edicola
per distruggere, deturpare,
rubare la Madonnina e i suoi angeli.
Spontanea dal cuore nasce la nostra preghiera
perché questa Mamma
ricevuta dal Figlio di Dio sulla croce,
converta il cuore di questi nostri fratelli.

Una certezza ci accompagna:
le mani di quella persona anziana
che hanno compiuto un gesto di carità
davanti a quell’edicola
sono molto più forti
di quelle mani che l’hanno distrutta.
Che fine faranno queste mani
così povere d’amore?

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